Visione
Ampia visione
di cielo,
le nuvole vagano
vagabonde,
gonfie,
sopra il nostro
destino,
come una manciata
di azzurro mancato,
poi subito orge di fiori
dal balcone
sul vuoto.
di Gianpaolo Traverso
Riflessione
La sera ti vedo china
sulla tua stanchezza
appoggiare
lievemente i gomiti
sul tavolo
per reggere
i tuoi sbadigli
di fiore stupito.
se potessi vedere
il rumore di una piuma
mentre plana sull'erba,
esso sarebbe chiaro
e profondo
come il tuo sguardo.
forse potrei confonderlo
con il respiro
del tuo giardino,
ma griderei alla notte
ogni brivido,
ogni attesa,
immobile,
nel segreto tonfo
di un pensiero.
di Gianpaolo Traverso
Sussurrando
Sei un sussurro triste
che ricomincia,
sei la sete dimenticata
come il morso
di un sorriso.
sei la carezza,
il pianto verticale.
l'orma della mia immagine
resta impressa
nel seme del tulipano
perchè cresca
un fiore nuovo
di sconosciuti petali.
ora il cammino riarso
appare e dispare,
è un'ombra,
il sacrificio della terra,
c il ritorno delle stagioni,
la festa dei colori,
l'urlo della vita.
di Gianpaolo Traverso
La rete
Catturato
nella rete del giorno
dove il sole si specchia
nel peccato
di sempre,
dove l'estenuato
bisogno
di una complice
verità,
affoga nel respiro,
svanito
tra le ciglia
di questa speranza,
come un bisogno,
nella rete
non mi dibatto,
ma attendo
cio' che non so,
cio' che sarà.
di Gianpaolo Traverso
Vento di palpebra
Vento di palpebra,
mano di addio,
finisce la mia attesa.
luce di sonno,
prato di nuvola.
acino di vita,
il girotondo
si ripete,
cio' che potevamo
no.
Non ci saranno altre fresche notti d'estate
per accarezzare il tuo caro volto,
perchè da quando sei salita su quell'aereo
in quel pomeriggio umido di lacrime,
non ti ho piu' rivisto.
adesso dormi tra altre braccia,
i nostri scherzi,le nostre risa,
riposano in quell'angolo grigio della mente,
come ferri arrugginiti,come giacche fuori moda.
so che continui a gettare briciole ai passeri,
cio' mi consola,
so che le rughe sul tuo volto giocano
a nascondino con i capellio bianchi sulla fronte,
che i tuoi fianchi fanno ombra quando ti muovi.
però se qualche volta pensassi a me,
non pensarmi vagabondo o afflitto,
ma come desideravi che fossi,
con la mano nel gesto usuale di accarezzarti,
con la voce che ti chiamava con quel nomignolo
che ti piaceva tanto.
ora che il tempo ha lavato tutte queste scorie,
che sono rimasti solo tatuaggi colorati sulla fronte,
ricorda quelle corse mano nella mano,
ricorda quei baci che non riuscivamo a fermare
perché volavano come colombe bianche
verso l'orizzonte.
ora ci vestiamo lentamente
senza essere visti l'uno dall'altra,
usciamo di casa per andare
allo stesso appuntamento,
dove abita nel cuore
di una quercia centeneria
una signora con la collana di corallo,
con la cipria sfumata sul naso,
di nome nostalgia.
oggi si questa strada sferzata dal vento
sento sassi duri
sotto le tenere suole delle scarpe.
questi pensieri m'inseguono
come confetti profumati di vaniglia.
al freddo i pensieri sono più lucidi
anche se il cuore dentro è bollente,
sarà perché sanguina in silenzio.
i suoi battiti scatenano tanghi argentini,
danzatori con le scarpe di raso
per non destare il silenzio,
contemplano l'anima,
fatta di nuova immagine,
fatta di conchiglie.
oggi potrai trovarmi sempre uguale
con i pugni chiusi, lo sguardo fisso
rivolto a nord
dove so che respiri le tue ore.
oggi su questo canto mi celerò nel tempo,
con il ricordo tuo,
vivo e bambino, come eri allora.
di Gianpaolo Traverso
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